Nulla di cui pentirmene  - L Aquila Trasgressiva

Nulla di cui pentirmene - L Aquila Trasgressiva

Ciao a tutti, volevo raccontarvi la mia storia segreta che va avanti da due anni. Mi chiamo Elisa ho trent’anni, a ventisei sono diventata mamma, una gravidanza inattesa, frutto di una serata avventata, anche se stavo col mio attuale marito da tre anni, abbiamo deciso di portare a termine la gravidanza. Lui è sei anni più grande di me, per fortuna aveva e ha un’ottima carriera lavorativa che ci permette di vivere dignitosamente e crescere nostra figlia. Ci siamo trasferiti in un piccolo condominio di due piani e quattro appartamenti, gente tranquilla, soprattutto il mio vicino che vedevo di rado. Quando mia figlia ha incominciato ad andare all’asilo le mie mattine sono diventate molto più vuote, in questo periodo poi trovare anche solo un lavoretto part time è un’impresa non da poco.

Un giovedì mattina di fine febbraio, dopo aver accompagnato mia figlia all’asilo ed aver scambiato quattro chiacchiere con le altre mamme sono rientrata a casa e sulla soia del portone c’era il mio vicino che imprecava. Stava rientrando dal fare la spesa, e una busta si era rotta. Mi offrii di aiutarlo, ovviamente, mi dà la busta sana e lui prende ciò che era sul pavimento.

Entrati in casa sua mi ringrazia e mi chiede se può sdebitarsi offrendomi qualcosa. Io accetto. Prepara il caffè e mi fa accomodare sul divano nel salotto. Nel frattempo parlavamo di stronzate da vicini di casa, tipo bella casa, molto pulita e ordinata. Quando il caffè fu pronto mi chiese cosa volessi dentro, risposi solo lo zucchero. Lui invece se lo face corretto. Mi fece cenno, se in un primo momento rifiutai, sotto gentile insistenza accettai. Non proprio il mio sapore preferito, preferisco prenderlo senza caffè. Dissi. Lui in tutta risposta prese un bicchiere e mi versò un po’ di grappa.

Se vi dicessi che non c’erano piccanti intenzioni vi mentirei spudoratamente. Il mio vicino è un uomo molto attraente, quarantadue anni capelli grigi sintomo di una vita lavorativa stressante, spesso lavora la domenica, il giovedì è l’unico giorno sicuro di riposo per dedicarsi alle faccende personali, ma non è un tempo sufficiente da potersi procurare un storia seria. Tutte informazioni uscite in pochi minuti, tra un sorso e l’altro, mentre le nostre voci si facevano più basse, come se ci fossero altri ad ascoltarci, mentre lentamente la mia mente si offuscava. Diedi un rapido sguardo alla porta d’ingresso chiusa, poi spostai l’attenzione verso la patta della sua tuta. Potevo vedere chiaramente una semi erezione che lui non nascondeva e anzi, pulsava. Un altro sguardo tra noi e ci baciamo, sin da subito con la lingue impastate dall’alcol. Senza che me ne accorgessi lui mi prese la mano e l’avvicino all’inguine, potei tastare con mano quella meravigliosa erezione, subito dopo me la fece infilare dentro, io scostai la sua mutanda, che emanava un odore di pulito e cominciai a segarlo. Lui mi strizzo un seno, per pochi secondi però. Staccammo le nostre bocche, lui si levo in fretta e furia scarpe e pantaloni della tuta, io finì di sfilargli le mutande e cominciai a spampinarlo. Potevo sentire la sua erezione continuare a crescere nella mia bocca, risucchio dopo risucchio. Era una sensazione che mi mandava in visibilio, una sentimento con condivisi con lo sguardo rivolto a lui. Mi rispose a parole: -ti piace vero?-disse ansimando. Io gli risposi con un mugolio senza fermare la mia testa. Subito dopo mi prese per nuca i capelli, li strinse tenendoli fermi e ne prese il controllo. Come se già sapessi cosa stesse per fare io abbassai le mani, volevo sgrillettarmi la mia vagina già bagnata ma mi resi conto di avere ancora i jeans addosso. Lui cominciò a spingere con la mano con forza verso di sé, a volte veloce a volte piano, a volte lasciandomi schiacciata per alcuni istante il mio naso sul suo pube. Facevo veramente fatica a metterlo tutto in bocca e avevo bisogno di qualche secondo per riprendere fiato prima di ritornare in apnea. Lui aveva il perfetto controllo della situazione e dei tempi, ogni tanto spingeva più in profondità, ansimando di piacere e riempiendomi di complimenti sconci.
Non saprei dire quanto tempo era trascorso, ma quando il mio viso era rosso paonazzo e il suo cazzo ricolmo della mia saliva, mi fece alzare. Io un po’ intontita obbedì, lui mi slacciò i jeans e mi li torse come fece coi suoi, io quasi contemporaneamente mi tolsi la maglietta. Mi fece stendere sul divano, mi sorrise vedendo le mie mutandine bagnate. Stette pochissimo in quanto stavano grondando di umori come mai in vita mia. La penetrazione avvenne subito dopo, senza preoccuparci di prendere precauzioni, a crudo quindi. Con mio marito sono sempre riuscita ad avere orgasmo, anche multipli, durante le nostre scopate, ma mai così intense e lunghe. Il cervello e il mio corpo erano completamente fuori controllo, alla mercé dei colpi di reni del mio vicino, che sembrava una macchina pneumatica inarrestabile. La sua corpo nudo che premeva sul mio, il sudore che faceva scivolare ma che ci attaccava anche, lunghi baci ansimanti con la lingua alternate da parole erotiche e volgari, le mie gambe che si alzavano o si stringevano sulla sua schiena, in modo tale da contrarre meglio la mia tube vaginale. Lui ansimava più forte e vigorosamente di me, abituata da anni ormai per via della piccola. Ed era forse questo che mi era mancato di più da parte del mio partner.
Nonostante le mie suppliche deliranti di venirmi dentro, l’abbondante coito del mio vicino fu riversato sulla parte superiore del mio corpo, tra seno, collo e viso. Non sono nuova a questo tipo di happy ending. La parte caduta sulle labbra e dintorni la raccolsi con la lingua, assaporando il suo sperma più o meno dello stesso sapere di quello di mio marito. Mentre con una mano prima mi pulii gli schizzi sulle palpebre, cigli e e sopracciglia, poi mi passai delicatamente la punta delle dita su quel liquido seminale caduto sul seno. Lui si godeva la scena mentre ancora emetteva del lunghi e poderosi gemiti di piacere.
Esausti giacemmo esausti e abbracciati sul divano. Tra un bacio e un complimento più signorile ci accordammo per rifarlo il giovedì successivo. Alle undici passate ci rivestimmo. Io andai subito a casa e mi feci una doccia. La voglia di sgrillettarmi era forte, se chiudevo gli occhi rivivevo il momento. Ma dovevo aspettare per forza la prossima settimana e avevo ancora le faccende di casa da sbrigare. Sul telefono messaggi di amiche e uno di mio marito, ricevuti nei minuto in cui stavo scopando col vicino. Questo non fece che ampliare la mia voglia perversa di tradimento.

La sera mi sfogai con mio marito. Una scopata tutto sommato soddisfacente a livello fisico, ma mentale non ero soddisfatta.

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