HO INCULATO UNA MISTRESS – capitolo 2 – Locarno (Svizzera) - L Aquila Trasgressiva

HO INCULATO UNA MISTRESS – capitolo 2 – Locarno (Svizzera) - L Aquila Trasgressiva

Ancora mi ha ordinato di scoparla con le dita nella vagina. Ho inserito un dito alla volta e, arrivato a tre, sono riuscito a farla venire, però dopo ho dovuto leccare le sue secrezioni e massaggiare il suo corpo. 
Per poterlo fare, ho rimosso completamente la camicia da notte e, siccome non indossava il reggiseno, mi sono ritrovato di fronte le sue tette, grosse e abbastanza sode, ma anche ricche di smagliature a causa delle due gravidanze.
Ho massaggiato i suoi seni succhiando i capezzoli come un neonato. Per niente sazia, mi ha fatto sdraiare sul letto e si è accovacciata sulla mia faccia per farsi leccare culo e figa insieme. Mentre obbedivo, il mio uccello era quasi sempre dritto e voglioso, ma lei si è arrabbiata vedendoselo di fronte, col frustino mi ha schiaffeggiato le palle e il cazzo facendomi male e rimpicciolendolo per il dolore.
Inoltre, per punizione, mi ha detto di seguirla in bagno (sempre a quattro zampe). Lì mi ha obbligato ad abbaiare come un cane per supplicarla di pisciarmi in bocca.
Per un attimo mi sono fatto un selfie mentale: io, a bocca spalancata, che aspettavo di bere l'urina di una donna di 16 anni più vecchia di me. Assurdo! Ma la padrona mi incalzava.
- Cane rognoso, che cazzo fai? Puliscimi subito la figa con la lingua!
Ho obbedito ancora e mi ha fatto strisciare fuori dal bagno fino alla cucina. Siccome le era venuta fame, ha iniziato a mangiare pane, burro e marmellata bevendo del prosecco. Anch'io avevo fame e sete, però me ne stavo vicino ai suoi piedi, fermo come un cane. 
Quindi ha gettato dei mozziconi di pane smangiucchiato pensando che l'avrei mangiato, ed in più ha riempito una ciotola d'acqua di rubinetto pensando che l'avrei bevuta. Niente da fare. Allora ha iniziato a giocare con il mio cazzo e mi ha intimato di eiaculare immediatamente.
Mi stava portando al limite e lo sapeva, ma dopo un'ora e mezzo circa di sofferenza ed umiliazioni non riuscivo a più a controllare ed a raggiungere il mio orgasmo. Lei si è arrabbiata molto per questo ed ha ripreso a colpirmi col frustino. A quel punto mi sono definitivamente ed inesorabilmente rotto i coglioni! Mi sono alzato in piedi, le ho bloccato le braccia ed ho afferrato il frustino. L'ho costretta a girarsi a pecorina contro il tavolo, ho imburrato il manico del frustino, gliel'ho infilato in culo senza tanti complimenti e, per finire, l'ho sfilato, l'ho inculata col mio 14,9 cm. in carne ed ossa e finalmente le ho scaricato dentro una sana sborrata italo-lombarda... Che soddisfazione! Da allora, niente più sado-maso...

FINE

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